
Bangladesh, India, Nepal, non avete trovato nel calendario delle partite del Mondiale in Qatar queste nazionali, ma se i nostri idoli del calcio possono giocare è anche grazie a loro, al sacrificio non voluto di migliaia di morti che sono avvenute durante la concitata costruzione degli stadi e delle infrastrutture, quei stessi stadi che anche nelle telecronache vengono celebrati, dimenticando cosa hanno causato.
Oggi, 10 dicembre, giornata internazionale dei diritti umani, vogliamo ricordare queste vittime, la profonda ingiustizia di queste morti sul lavoro, di persone sottopagate e sfruttate fino all’ultimo per riuscire nell’impresa di costruire dal nulla gli stadi dei mondiali. Siamo appassionati di calcio, stiamo seguendo con passione le gesta di Messi e degli altri campioni, ma non per questo abbiamo intenzione di girarci dall’altra parte.

Siamo entrati in contatto con l’organizzazione svedese Blankspot (https://blankspot.se/) che ha realizzato una serie di card di volti non noti, sconosciuti, ma che sono parte di questa storia e di questo mondiale. “Carne da macello”.
Sono per lo più giovani, provenienti dai paesi elencati all’inizio. Blankspot non si è limitata a elencare nomi, è andata nei paesi di origine, ha parlato con le famiglie e qui ha conosciuto un altro aspetto della storia. Di morti sul lavoro che non hanno nemmeno visto riconosciuto un “risarcimento” (può essere data una cifra alla perdita di una vita umana?) alle famiglie. Persone che per i ricchi qatarioti e per i potenti del mondo dietro loro, a partire dalla Fifa, non contavano nulla da vivi, figuriamoci da morti.

“Questi lavoratori non sono solo statistiche. Queste storie vanno raccontate“. Il lavoro portato avanti da Cards of Qatar in qualche modo può essere collegato ad una parte del progetto delle nostre figurine solidali. Pensiamo a quelle realizzate di Patrick Zaki, Bruno Neri, Vittorio Staccione, Vittorio Bellenghi, Marcella Di Folco, Federico Aldrovandi ed altre ancora. Utilizzare il fascino immortale delle figurine per rendere immortali queste storie, perchè a pochi giorni dalla fine del mondiale in Qatar, non solo non vengano definitivamente accantonate, ma che siano un monito per i prossimi eventi sportivi e non, dove dietro al loro splendore c’è anche tanta miseria e tanti diritti calpestati.
Il set è composto da 12 card, in parte in lingua inglese dove viene raccontata la storia personale di alcuni delle vittime, in parte in lingua svedese. Sono l’avanguardia di un lavoro ben più articolato che trovate sul sito svedese, partito due anni fa e che continuerà anche in futuro. Vi invitiamo a visitarlo: https://cardsofqatar.com/en/

Vogliamo ringraziare Brit di Blankspot per averci inviato alcune copie del set. L’intenzione è di portarle con noi al FIGUCON del 15 gennaio 2023 a Bologna e di mostrarle al pubblico. Alcuni set saranno messi in vendita, l’intero importo raccolto sarà inviato all’organizzazione svedese. La tiratura di “Cards of Qatar” è stata estremamente limitata. Un oggetto da collezione? Come lo sono le nostre figurine solidali. Ma anche un monito, un messaggio, una storia, tante storie, da ricordare, da raccontare.
Per i diritti umani, per i diritti civili, per i diritti sul lavoro. Il 10 dicembre e tutti gli altri giorni dell’anno.
(EN)